Tommaso di ser Giovanni Cassai, detto Masaccio, nacque il 21 dicembre del 1401 a San Giovanni Valdarno (Arezzo).
Si trasferì con la famiglia a Firenze dove nel 1422 si iscrisse come pittore all'arte dei medici e degli speziali. La sua attività si svolse prevalentemente in questa città, ma poco si sa della sua formazione, anche la tradizione, che lo vuole allievo di Masolino da Panicale è oggi smentita dalla critica, anzi è sicuramente Masolino che riceve l'influenza del più giovane Masaccio.
Con il dipinto Sant'Anna Metterza iniziò comunque una collaborazione fra i due pittori. La pala d'altare fu realizzata per la chiesa di Sant'Ambrogio a Firenze intorno al 1424-1425, oggi si trova alla galleria degli Uffizi.
La critica attribuisce a Masolino la figura di Sant'Anna e di tutti gli angeli tranne forse quello centrale in alto e quello reggicortina di destra che sono attribuito a Masaccio come la Vergine e il Bambino. In queste figure sono evidenti i caratteri distintivi dell'arte Masaccesca con il suo modo di concepire le figure poste saldamente in uno spazio reale creato dalla volumetria delle figure stesse. Masolino è influenzato dalla spinta in avanti rappresentata dalla pittura di Masaccio rispetto agli artisti che lo precedono e cerca di fare propri i modi nuovi della rappresentazione masaccesca ottenendo però dei risultati inferiori.
L'affiatamento tra i due è comunque grande, tanto che vengono incaricati da Felice Brancacci di affrescare la cappella di famiglia nella chiesa del Carmine a Firenze.
Gli affreschi, aventi per soggetto Storie della Vita di San Pietro al quale si affiancano alcune Storie della Genesi, vengono realizzati a partire dal 1424; i due pittori si distribuiscono le scene da rappresentare in modo che i due diversi modi di dipingere non entrino in contrasto tra loro. Masolino abbandona i lavori nel 1425 a quel tempo erano già completate la volta, affrescata con i simboli degli evangelisti, le pareti di fondo con il Pentimento di San Pietro, Pasce agnos, pasce oves meas, le lunette a destra e a sinistra con la Chiamata e il Naufragio. Queste parti purtroppo però sono andate perdute durante un incendio sviluppatosi nella chiesa nel 1771, ancora era completato il registro decorativo superiore con i Progenitori nel paradiso terrestre e la Tentazione , la Guarigione dello zoppo e la Resurrezione di Tabia di Masolino e il Battesimo dei neofiti di Masaccio.
Ancora nel registro superiore abbiamo la Predica di San Pietro di Masolino e il Tributo e la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre di Masaccio. Quindi dal 1425 Masaccio continua da solo la decorazione del registro inferiore dove dipinge San Pietro risana con l'ombra, la Distribuzione dei beni e la morte di Anania e una parte della Resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedrache finirà verso la fine del 1426 quando abbandona anche lui i lavori che saranno completati più tardi da Filippino Lippi.
Nello stesso periodo gli fu commissionato dal notaio Giuliano di Colino degli Scarsi un polittico per l'altare della cappella di famiglia nella chiesa del Carmine a Pisa. L'opera si compone di 25 pannelli oggi smembrati e sparsi in vari musei. Tra questi abbiamo il pannello centrale che rappresenta la Madonna in trono con Bambino e quattro angeli, oggi alla National Gallery di Londra, nella quale, come per la pala di Sant'Anna Metterza, la definizione volumetrica dei personaggi e il chiaroscuro dei panneggi, definisce lo spazio in modo realistico; il bambino è rappresentato nell'atto di mangiare un'acino d'uva immettendo la raffigurazione sacra nella realtà, cosa impensabile per un pittore suo precedente.
Fa parte del polittico la Crocifissione, che oggi si trova al museo Nazionale di Capodimonte di Napoli, anche in questo caso il fatto sacro viene rappresentato con intento realistico, basti guardare il capo del Cristo incassato nelle spalle a rappresentare l'abbandono della morte; inoltre se pur è presente il fondo in oro, cosa che chiude ogni possibilità di rappresentazione spaziale, qui l'illusione della profondità è ben rappresentata per esempio dalla Maddalena in primo piano, della quale Masaccio riesce a far intuire il dolore anche se viene rappresentata di spalle. L'ultima opera da lui realizzata fu la Trinità per la basilica di Santa Maria Novella a Firenze. La scena avviene su tre piani distinti: in basso il sarcofago con lo scheletro adagiato sopra che simboleggia la transitorietà delle cose terrene, poi un secondo piano con le figure dei committenti inginocchiate e all'interno della complessa struttura architettonica della cappella, in terzo piano, ci sono la Vergine e San Giovanni e il Cristo sulla Croce sorretto dal Creatore.
Masaccio morì prematuramente a Roma alla fine del 1428 a soli 27 anni, la leggenda dice fu avvelenato da un suo rivale.
Leonardo da Vinci, Codice atlantico
Tommaso fiorentino, scognominato Masaccio, mostrò con opera perfetta come quelli che pigliavano per altore altro che la natura s'affaticavano invano.
Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori et architetti
E se bene Paolo Uccello vi si era messo et aveva fatto qualche cosa, agevolando in parte questa difficultà, Masaccio nondimeno, variando in molti modi, fece molto meglio gli scorti, e per ogni sorte di veduta, che niun altroch einsino allora fusse stato.E dipinse le cose sue con buona unionee morbidezza, accompagnando con le incaranzioni delle teste e dei nudi i colori de' panni, i quali si delettò di farecon poche pieghe e facili, come fa il vivo e il naturale...
Fu persona astrattissima e molto a cso, come quello che avendo fissotutto l'animo e la volontà alle cose dell'arte sola, si curava poco di se e manco di altrui. E perchè è non volle pensar già mai in maniera alcuna alle cure o cose del mondo, e non che altro, al vestire stesso, non costumando riscuotere i denari dà suoi debitori, se non quando era bisogno estremo, per Tommaso , che era il suo nome, fu da tutti detto Masaccio. Non già perchè e' fusse vizioso essendoeglila ontà naturale, maper l atrascurataggine, con la quale niente dimanco era egli tanto amorevole nel fare altrui servizio e piacere, che più oltre può bramarsi.
Stendhal, Storia della pittura in Italia
Poichè l'antichità non ha lasciato nulla, quanto a chiaroscuro, colorito, prospettiva ed espressione, Masaccio, piuttosto che il rinnovatore, è il creatore della pittura.